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LIBERTA’ – NEGLI ULTIMI QUATTRO SECOLI UNA “X” INQUIETANTE
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LIBERTA’ – NEGLI ULTIMI QUATTRO SECOLI UNA “X” INQUIETANTE

Se proiettassimo su due assi cartesiani l’andamento della libertà nella società occidentale negli ultimi quattro secoli, avremmo una terribile “X”.

La premessa è che per il momento non distingueremo tra libertà pubblica e privata, stimando la nozione di “libertà” come sommatoria (intesa come combinazione “poco felice”) delle due.

Esplichiamo la nostra simulazione: partiamo dal XVIII secolo e calcoliamo la voglia di libertà e la libertà esistente. In altre parole consideriamo, nell’ambito della società occidentale, la lotta, le battaglie, le rivoluzioni che si sono consumate in nome della libertà e i risultati ottenuti, intesi come ampliamento delle libertà individuali e politiche. Pensiamo per esempio alle Rivoluzioni americana, francese e napoletana, ai moti rivoluzionari liberali dei vari risorgimenti nazionali, alla nascita delle grandi organizzazioni politiche di massa, alla conquista dell’indipendenza politica degli Stati nazionali, alla nascita del Welfare State e così via.

Vediamo il grafico: la linea blu rappresenta la voglia di libertà dell’individuo e della comunità, quell’ideale per cui si decide di sacrificare la propria vita; la linea rossa rappresenta l’insieme delle libertà individuali e politiche che regolano l’esistenza e la quotidianità degli individui e dei cittadini della società occidentale.

Emerge un’inquietante “X”. Diminuisce progressivamente la voglia di libertà, pur in un contesto sempre più “libero”: la linea blu scende, quella rossa sale, intersecandosi in un punto, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

La società occidentale comincia ad aver paura della libertà, decide di barattarla per una maggiore sicurezza, per difendere la propria opulenza. In un’epoca di globalizzazione totalizzante, in un’epoca in cui terrorismo, mafie, immigrazioni clandestine, crisi economiche e disoccupazione diventano mondiali, a scapito della solidarietà e della democrazia, la libertà non è più un ideale per cui morire, ma un ingombro per una società e un individuo che perde certezze, che ha paura e si rifugia in se stesso, costruendosi una gabbia dorata, un fortino per difendere ciò che ha, dimenticando ciò che è.

Il nostro grafico è destinato a modificarsi, la linea rossa delle libertà politiche e individuali comincerà a scendere; il rischio è che consapevolmente gli individui e i cittadini decideranno di rinunciare alla libertà, ritornando a una civiltà medievale, alle lande desolate, puntellate dai castelli, dai manieri difensivi. Ritorneranno nelle nostre città quelle mura che oggi rappresentano un fenomeno turistico, ma che saranno il limite tra l’io e il tu, il baluardo contro l’Altro.

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